Epigrafia italiana moderna: scelta documentaria
Epigrafia italiana moderna:
scelta documentaria
Nicola Criniti
"Ager Veleias", 9.06 (2014) [www.veleia.it]
Anche per osservazione e segnalazione di alcuni cortesi lettori, ho deciso di scorporare l'ultimo paragrafo del mio "Mors moderna": bibliografia orientativa sulla morte e il morire nel mondo occidentale, "Ager Veleias", 6.01 (2011) [www.veleia.it], correggendolo e arricchendolo: nell'intenzione di proporre in tutta autonomia un saggio esemplificativo del lavoro epigrafico moderno nostrano – italiano / latino, lapideo / non lapideo, funerario / quotidiano –, tanto oggi negletto e sconosciuto in patria (fatta salva la rete), quanto essenziale e vitale in età sette-ottocentesca (e, se pure fatto un po' insolito, singolarmente ben presente in rete ...).
Grande e necessaria presenza, naturalmente, per quanto riguarda in particolare le iscrizioni sepolcrali dentro e fuori i cimiteri: nel mondo occidentale alla fine, come dappertutto, si muore 'veramente' allorquando si è soli, si è abbandonati e si è dimenticati, e non c'è più memoria alcuna – perlomeno iscritta ... – di sé: «... muoiono veramente / quelli che vai / dimenticando ... quella è morte, quella è morte / davvero e senza alcuna / speranza».
A "Mors moderna" ..., p. 11 ss., rinvio per ogni indicazione che si riferisca ai monumenti e ai luoghi di sepoltura – anche qui, per lo più italiani – negli ultimi due secoli: nelle loro esposizioni e trattazioni, in effetti, trovano frequentemente spazio disamine e documenti epitaffici, per quanto parziali, che qui non conta ripetere.
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