Gli epitaffi di Parma nell'età di Maria Luigia
Gli epitaffi di Parma nell'età di Maria Luigia
Cristiana Tarasconi
["Ager Veleias", 5.06 (2010)]
Già solo dalle pagine del periodico cittadino di Parma, la "Gazzetta di Parma", emerge con forza un passato, forse superficialmente rivisitato, ma ben vivo e presente: tanto più interessante perché il giornale locale nel primo Ottocento è sempre il frutto – di mediazione e di (ri)composizione – delle idee della società e cultura dominanti, cui del resto tendenzialmente si rivolge.
La lingua latina negli atti ufficiali o inserita in discorsi a fini retorici, la monetazione commemorativa, gli exempla ficta con intenti didattico/propagandistici, le novità editoriali, le epigrafi latine moderne dedicatorie o funerarie, occupano in effetti lo spazio più rilevante del classico all'interno del foglio nell'età di Maria Luigia. E se, come è stato scritto, "gli antichi epitaffi ci offrono un'idea erronea delle attività reali, e una esatta delle rappresentazioni collettive", il fatto che i contributi non si mantengano costanti ma calino gradatamente dalla metà degli anni venti del XIX secolo fino quasi a scomparire, non può essere privo di significato: ma anzi è il segno del mutamento di interesse di una città colta e conservatrice che tiene un atteggiamento tradizionale, retorico e un po' opportunistico nei confronti dell'antichità.
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